Transfert: il film del regista Massimiliano Russo premiato agli Oniros Award
Vincitore di 8 premi agli Oniros Awards a La Thuile – Aosta, il film del regista catanese è un thriller psicologico che esamina l’essere umano. Ecco Transfert, il film
Transfert è l’opera prima del regista catanese Massimiliano Russo, presentata a fine novembre in anteprima nazionale al RWF (ROMA WEB FEST).
Stato selezionato in diversi festival, ha riscosso grande successo da parte di pubblico e critica e recentemente, in occasione degli Oniros Awards, ha vinto ben 8 premi (fra cui miglior film, miglior sceneggiatura, miglior debutto alla regia, miglior attore protagonista), a fronte di 13 nomination.
Transfert è un thriller psicologico, con una struttura, che lo stesso regista ha definito “atipica”, si articola attraverso sedute psicoterapeutiche: è la pratica psicoterapeutica a rappresentare il motivo di sviluppo della storia, il perno attorno al quale girano gli eventi della trama.
Ecco che Transfert diviene un dramma corale che esamina e scompone la psicopatologia dei suoi personaggi, le loro dinamiche relazionali, spesso saldamente connesse a fattori inconsci.
Il protagonista, Stefano Belfiore (Alberto Mica), è un giovane e inesperto analista che segue i suoi primi, problematici pazienti (Massimiliano Russo, Paola Roccuzzo, Clio Scira Saccà, Enrico Sortino, Rossella Cardaci), appellandosi spesso al supporto del suo supervisore (Rosario Pizzuto).
La, trama coinvolge lo spettatore in un gioco di specchi, in un intrigo edificato sul meccanismo del transfert illuminando gli aspetti più reconditi e nascosti dell’inconscio dei personaggi.
Transfert: il film
Attraverso una molteplicità d’intrighi psicologici e una lunga serie di colpi di scena, Transfert racconta la storia di Stefano, un giovanissimo psicoterapeuta molto acuto ed empatico. La professione di Stefano si fa sempre più insidiosa e le vicende che la compongono mettono in luce la sfaccettata problematicità della pratica terapeutica.
Massimiliano Russo parla del suo film
Transfert è un thriller psicologico che fa uso della psicoterapia come mezzo per l’evoluzione e lo sviluppo delle vicende. Come la grammatica del film spesso sottolinea, è un gioco di specchi che, attraverso puntuali colpi di scena, serve allo spettatore un’avvincente sfida intellettuale. Volevamo che il film, per tutta la durata, tenesse lo spettatore in tensione che lo catturasse, che fosse capace di estorcere la sua attenzione; per questo abbiamo investito e puntato molto sulla sceneggiatura, sulla trama, sulla credibilità dei personaggi, dei loro rapporti e dei loro dialoghi.