Dalla Terra alla Luna Salendo su una Corda: la Società Speleologica Italiana dona 3,6 milioni di passi a M'illumino di meno
L’associazione ha aderito all’edizione 2018 della giornata per il risparmio energetico, che invita simbolicamente gli aderenti a misurare i propri passi per coprire la distanza tra la Terra e la Luna
La quattordicesima edizione di M’illumino di Meno 2018 è dedicata alla bellezza del camminare e dell’andare a piedi. Entro il 23 febbraio 2018, giorno di “M’illumino di Meno”, si vuole simbolicamente raggiungere la Luna a piedi: per fare ciò occorrono 555 milioni di passi. Gli organizzatori dell’iniziativa hanno stabilito di cominciare la camminata dalla giornata del 29 gennaio, dando inizio alla conta dei passi dal Parco Sempione milanese e invitando a partecipare chiunque: chi corre al parco, chi gioca a calcetto,ma anche quelli che camminano solo per andare a comprare il giornale.
Con “Dalla Terra alla Luna Salendo su una Corda” la Società Speleologica Italiana ha aderito all’iniziativa personalizzando il proprio contributo alla conta dei passi: ogni passo è stato trasformato in una “pedalata”, ovvero il gesto per risalire lungo una corda gli ambienti verticali sotterranei delle grotte.
In Italia sono circa 3600 i chilometri in grotta attualmente conosciuti, e dunque percorsi dagli speleologi “pedalando”, che diventano, se un passo/pedalata è lungo un metro, 3.600.000 passi, simbolicamente donati a “M’illumino di Meno”.
“M’illumino di meno” è un’iniziativa finalizzata alla sensibilizzazione al risparmio energetico lanciata nel 2005 dalla trasmissione Caterpillar di Rai Radio 2, ed è organizzata in un pomeriggio di febbraio in cui si chiede ai partecipanti di spegnere tutte le luci che non sono indispensabili, alle ore 18. Quest’anno sarà venerdì 23 febbraio, giorno in cui ricorre l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.
La SSI ha deciso di aderire, oltre che per il fatto di essere un’associazione di protezione ambientale, in quanto gli speleologi sono da sempre molto attenti al risparmio energetico: ad esempio per vedere in grotta usano illuminazione a LED e batterie ricaricabili: risparmio energetico e rispetto delle grotte, dunque, considerato che fino a non molto tempo fa si usava il gas acetilene prodotto in piccole bombole portatili. La combustione rilasciava nerofumo e gli scarti della generazione del gas erano pesanti e inquinanti.
Nelle grotte turistiche poi l’uso di fonti d’illuminazione è ottimizzato per evitare formazioni di “alghe”, una forma di vegetazione indesiderata per contrastare la quale è necessario ridurre il tempo di esposizione alla luce e la sua intensità.